“…si va per una stradetta mulattiera, la quale conduce verso un bel paesaggio svizzero che con sapiente proprietà i nostri antichi padri hanno voluto battezzare Buonavita.”“La veduta Buonavita a buon conto può dirsi che sia un riassunto condensato d’un caratteristico paesaggio con fresca e perenne carezza.”
“…ma anche rinomatissimo era il vino del Faro nell’antichità… sono venuti i Francesi ad esportarlo.… predomina in tutti i vigneti la detta Nocera, che ben signoreggia sulle amene ed apriche alture di Faro Superiore.”TRATTO DAL LIBRO “UN PAESE DISTRUTTO”
di Monsignor Francesco Alizio (Messina, 1933).
Parlano di questi luoghi Omero, Virgilio ed Ovidio e li descrivono fecondi e salubri, dal clima mite e dal panorama aperto e armonioso.
Il villaggio di Faro Superiore era chiamato anticamente Casale del Faro dal popolo greco che lo fondò, i “Pharii”; essi colonizzarono gran parte delle colline messinesi svolgendo attività agricola, in particolare la coltivazione delle vigne.
Numerose testimonianze sono riconducibili ad un’importante attività vitivinicola già dall’epoca greca, per arrivare fino al XIX secolo in cui furono davvero notevoli il commercio e l’esportazione di vino del Faro in molte regioni della Francia.